E' più forte la guerra o la paura?
Il 13 Novembre 2015 è una data che nessuno più dimenticherà, quasi come l'11 Settembre del 2001. Siamo stati informati da tutti, amici, parenti, telegiornali, quotidiani, siti internet, professori di scuola. La notizia ci ha scosso, probabilmente. Ma non ci ha toccato minimamente. Perchè? Perchè ci scandalizziamo per qualcosa solo nel momento in cui accade vicino a noi. Nonostante ciò, quello che è successo ieri a Parigi è gravissimo, poichè a differenza delle guerre dichiarate, gli attacchi terroristici -come si può intuire dal nome- non puntano tanti ai danni, bensì al terrore. Infatti, lo scopo di un attacco terroristico è terrorizzare la gente, come per affermare la propria forza. Infatti, se qualcuno volesse compiere un'azione intimidatoria verso un intero paese e attaccasse un luogo emblematico per la politica, si scatenerebbe immediatamente una guerra. Mentre le conseguenze di un attacco terroristico sono la paura e lo spavento che si propagano in tutto il paese, ed un paese spaventato è un paese che non reagisce, un paese che si nasconde.
Il Vaticano afferma: "Si tratta di un attacco alla pace di tutta l'umanità". Fermiamoci a riflettere su queste parole. Da cosa è determinata la pace? La pace è determinata dal rispetto, dall'armonia. "Armonia" è una parola che deriva dal greco ἀρμόζω "metto insieme cose diverse".
Non credo esista definizione più appropriata.
Questa armonia è stata ovviamente rotta dall'attentato del 13 Novembre, ma l'affermazione del Vaticano cela una sorta di previsione verso un'altra possibile "rottura" dell'armonia che c'era in periodi "pacifici".
L'altra rottura a cui si riferisce il Vaticano sarebbe il G20, la riunione straordinaria di tutte le potenze economiche del mondo, che potrebbero agire tagliando i commerci con determinate nazioni, ma ciò comporterebbe una "punizione" anche per tutte le persone innocenti, donne, bambini.
Un'altra possibile "rottura" potrebbe sembrare un po' banale, ma, siate sinceri, pensate ancora che i francesi ospiteranno e accoglieranno i profughi nel proprio paese? Dietro ad una breve frase si celano molte cose, bisogna solo fermarsi a riflettere cinque minuti in più.
Non facciamo di tutta l'erba un fascio.
Riguardo ciò che è successo, però, dobbiamo anche sapere togliere i paraocchi e guardare oltre la descrizione negativa e propagandistica che il mondo ci fornisce riguardo ciò che succede.
Studiando Alessandro Manzoni si può ben capire la meccanica del concetto di "oppressi che diventano oppressori". Mi spiego: per anni, i popoli che tanto ci spaventano, sono stati sfruttati e pagati miseramente dalle grandi industrie, e poi abbandonati a loro stessi quando non c'era più bisogno di loro. Ora, con questo non voglio assolutamente giustificare le loro azioni, anzi.
Se l'Uganda -per fare un esempio- avesse protestato contro l'Europa, pacificamente, mostrando il suo dissenso, non ci sarebbee stato nulla da dire. Anzi, tanto di cappello a loro che avrebbero il coraggio e la voglia di usare la diplomazia come arma.
Con questo scritto non voglio prendere le parti di nessuno, ma ho solo lo scopo di informare e dare la mia opinione su quello che è successo.
Non fermatevi alle apparenze. Leggete, ascoltate, studiate la storia, fatevi una vostra opinione.